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L' Associazione Culturale Jazz "Bud Powell" è lieta di presentare Free Form Suite, un lavoro basato sulla ricerca sonora, attraverso sistemi compositivi che prendono spunto dalle avanguardie del Novecento. L'appuntamento è per Domenica 26 Marzo presso la sede in Piazzetta Stazione, 5 Maglie alle ore 21:00.

La Suite, in quattro movimenti, nasce dal concetto filosofico orientale del Wu, secondo il quale il “vuoto” non è mancanza ma è il nulla, potenziale matrice di ogni cosa. “L’essere costituisce l’oggetto, il non essere la sua utilità”. Quindi la forma è il contenitore all’interno del quale vi è ogni cosa.

Alle musiche di Maurizio De Tommasi (batteria ed elettronica) e Alessandro Dell’Anna (chitarre), si aggiunge l’estro artistico di Egidio Marullo (pennelli), che accompagnerà l’intera Suite in un continuum pittorico.

“A me piace pensare alle mie opere così: in mezzo alle categorie. Tra tempo e spazio, tra musica e pittura, tra costruzione e superficie musicale.” [M. Feldman]

Pochi sono gli elementi che informano FFS:

  • Il principio secondo cui la forma è contenitore all’interno del quale il vuoto non è mancanza ma è nulla, potenziale matrice di ogni cosa;
  • La volontà di restituire pari dignità a tutti i suoni, anche a quelli meno praticati, al silenzio come soglia tra l’udibile e l’immaginabile, eredità delle avanguardie del 900;
  • La curiosità per l’inaudito e la sua continua ricerca nell’intersezione tra determinismo e indeterminismo, tra scrittura e improvvisazione, tra scelta e caso, tra intenzione ed “errore”, tra calcolo e logica costruttiva che procede per affinità;

Il termine Free Form Suite intende ribadire (altra eredità del ventesimo secolo) il divorzio tra forma e struttura: la forma è ‘attività formante’ capace di generare strutture infinite.

Free Form Suite vuole esperire l’astratto inteso come tendenza a concentrarsi esclusivamente sulle possibilità offerte dal materiale sonoro a disposizione, senza alcun riguardo verso referenti esterni.

 

Movimento I, Preghiere notturne, è un tentativo di scavare nelle proprie paure provando a scalfirne almeno la superficie.

Movimento II, frameless, è un tentativo di creare una texture sonora su una cornice vuota, arrendendosi alla consapevolezza che la bellezza sta nello guardarci attraverso.

Movimento III, > free -s 5, è un tentativo di negare tutto quanto affermato fino a questo momento, con un inno al Do maggiore J.

Movimento IV, nebbia, è un tentativo di organizzare il suono, liberandolo da ogni forma simbolica legata al gusto, alla memoria.

 

“… cominciai ad avvertire che i suoni non erano affatto interessati alle mie idee di simmetria, ai miei progetti, volevano cantare altre cose, volevano vivere, e io li stavo soffocando.” [M.Feldman]




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